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Wednesday, 9 October 2013

"Perchè posso"


Non prendo quasi mai la metro. Preferisco gli autobus. È vero ci vuole un po' più di tempo per andare da un posto all'altro, ma così ho imparato ad orientarmi. I corridoi della metro sono soffocanti e il viaggio è anonimo, soprattutto perché quando guardi fuori dal finestrino ci sono solo tante linee confuse che sembrano fuggire via. 

Ma stasera tornando da una cena ho preso la metro. Dovevo cambiare linea alla stazione di Embankment e così, quando il treno si è fermato a Westminster, ho pensato: scendo a dare la buonanotte al Big Ben! Così senza nessun motivo. "Perché posso" mi è sembrata una motivazione più che valida. L'ho visto cento volte e avrò cinquanta foto nel cellulare e nella macchina fotografica, ma sentirlo risuonare i suoi rintocchi e vedere la sua luce mentre salivo i gradini per uscire dalla metro mi ha commossa. 

Ero pronta e non lo ero allo stesso tempo. Come svegliarsi la mattina di Natale: sai che troverai un pacchetto sotto l'albero, ma comunque quando lo vedi ti commuovi, c'è sempre una sorpresa nella sorpresa. Ho gettato tutte le armi. Disarmata e disarmante sventolo bandiera bianca. Sulla sponda delle acque nere del Tamigi, è lì che voglio buttare tutte le mie colpe, e vivere il resto della vita con la responsabile leggerezza e la fortuna dalla mia parte come in questi ultimi bellissimi mesi. E sorprese, tutti i giorni, come stasera.

Tuesday, 17 September 2013

i coinquilini che non vorresti mai avere

IL D.O.C.
Il coinquilino col Disturbo Ossessivo Compulsivo è una piaga sociale latente. Apparentemente normale, dopo i primi tempi insieme ti rendi conto che c'è qualcosa che non va. Per esempio, quando lo senti mettere via le posate e ritirarle fuori tre volte, o quando passa 45 minuti nella doccia parlando da solo. Il coinquilino con il D.O.C. è totalmente innocuo, vivendo per la maggior parte del tempo nel suo mondo parallelo. Tra i peggiori è forse il meno peggio, tranne quando il tic delle posate gli piglia alle tre di notte e vi sveglierà inesorabilmente. 


LO STUDENTE
Il coinquilino studente è chiaramente la categoria che preferisco. Almeno è divertente. Non ha ancora la faccia abbruttita di chi trascorre le giornate in ufficio e le sue abitudini alimentari malsane ti azzerano totalmente il senso di colpa verso il cibo. Della serie, se sopravvive lui, ce la farà anche il mio fegato! Col suo faccino sbarbato e tanti begli amichetti sempre in giro per casa, il coinquilino studente nasconde però un lato oscuro: lo studente SI DIMENTICA. E' sbadato, si dimentica tutto. E' il suo turno di pulire casa e lui si dimentica e sta fuori tutto il weekend, tornando il lunedì verso mezzogiorno e accusando i sintomi di tre notti di sbronze feroci. Si dimentica di comprare metà della roba quando gli chiedi di fare la spesa, anche perchè la sua lista è costituita più o meno da tre cose: gangia, nachos e Red Bull. Una volta garantiti questi tre ingredienti fondamentali per la sua sopravvivenza, il coinquilino studente ha un'autonomia di quattro o cinque giorni durante i quali passa dallo stato vegetativo all'affamato al dormiente, inframmezzati da qualche decina di ore notturne spese a giocare a D&D o Halo. Lo studente si dimentica il riscaldamento acceso per otto ore perché è uscito senza spegnerlo e tu lo scoprirai solo quando ti arriverà una bolletta da duecento sterline, oppure nel migliore dei casi quando troverai il gatto della tua coinquilina che lecca i muri perchè ha sete. Lo studente si dimentica......oddio, cosa stavo dicendo?

IL DEPRESSO

Il coinquilino depresso non ha ancora aperto la porta di casa che già sta sbuffando, alimentando i tuoi impulsi di scagliargli addosso oggetti molto pesanti - per aiutarlo a porre fine alla sua sofferenza, of course. Il coinquilino depresso lamenta la confusione, la polvere, la giornata noiosa al lavoro, la giornata troppo pesa al lavoro, per poi arrivare a mettere in discussione il senso ultimo della propria esistenza. E' troppo stanco per cucinarsi un pasto decente e così riscalda solo qualche porcheria nel microonde, per poi autocompiangersi dopo aver mandato giù l'ultimo boccone: "Con questo schifo che mangio non dimagrirò mai, e non mi vorrà mai nessuno".
Il coinquilino depresso scambia il tuo silenzio per interesse nei confronti delle sue continue lamentele e insicurezze, mentre tu stai solo pensando al modo migliore per farlo fuori senza che nessun indizio riconduca a te (oppure, più semplicemente, stai solo pensando al modo migliore per sottrarti da quella conversazione). 


LO SCROCCONE
Il coinquilino scroccone è quello che "Ok vengo a fare la spesa con te, ma a me poi non serve quasi niente". E così ti accompagna a fare la spesa e per tutto il viaggio tu gli elenchi le cose che vorresti comprare e le cose che servono in casa. Arrivati al supermercato, lo scroccone si aggira tra gli scaffali senza nemmeno il carrello. Gli servono talmente poche cose che le può tenere in mano! Mica come te, materialista, che riempi il carrello di verdura e frutta e pasta e latte! Lui vive di poco, ah sì! Pane da toast, due massimo tre yogurt e un barattolo di sugo al pomodoro. "Così poco? Non compri altro?" No. A lui non serve NIENTE. Tuttavia, è durante viaggio di ritorno che emergono i primi sintomi di scroccaggine: fingendo di cascare dal pero, ti butta lì un paio di frasi del tipo "Ohhhh ma che stupido! Guarda, ho comprato il sugo e non la pasta! Che volevo proprio mangiarla stasera!". E fissa la tua sportina, da dove casualmente sbuca un pacco di fusilli. Ovviamente la prima volta che ti ritrovi in questa situazione non fai caso alle dinamiche e ti offri di prestargli la tua pasta per cena, ma alla quarta volta che la scena si ripresenta inizi a nutrire qualche sospetto.
"Ti sei ricordata di comprare l'olio?" "Mh...sì, però.." "Oh bene perchè  a casa era quasi finito!"




Tuesday, 20 August 2013

Life on a double-decker bus (or The birth of pop homemade psychology)

Being jobless has its positive sides. Since I have been not working, I have started enjoying lots of things I would have never considered before. Having more time to spend on your own makes you realize how many little things can make you happy. I wish I could live in a World where I wouldn't have to work or rush or be in a hurry all the time. I wish I could live in a World where I could still stop in the middle of the street to observe trees and birds and flowers, or just spend an entire day reading a book on a bench. Maybe if all the people weren't working so much to make their livings, they would care more about relationships. Yesterday I was on the bus and I was observing people. People amaze me every time. The bus is a peculiar social environment where you can observe people who are almost totally unaware of you. That is a totally in my favor as I can carry on my silly, poor, pop psychology surveys any time I want. Most of people on a bus would be on their mobiles. Scrolling a social network home page or updating their status with tens of hashtags, texting, calling or playing Fruit Ninja and Temple Run. You can tell it when someone is playing Temple Run as they would swing their mobile phone up and down and left and right, with very concerned expressions on their faces. Italian families on the bus are most of time on their mobiles AND talking to each other. They share out loud all the major Facebook news and status updating. Most of all, they would talk about someone they DON'T like, because that's the way we do. They spend dozens of half hours chatting about him cheating on his wife or her wearing those expensive, posh, ostentatious and bitchy -resented- clothes and shoes. Italian tourists on the bus would compare every single little thing they see out of the window with something they've already seen in Italy. Always so proud of our Country only when we are abroad. Mothers and sons are my second best observation target. I promise every single woman who comes up into the bus with a child would struggle to keep him or her in the buggy. There must be something in buses that arouses children curiosity to death. As soon as mummy pushes the buggy in the corner, Jr. has been fighting with the seatbelt and unfastened it and sneaked on the floor already. Here we are. Let the war begin. As soon as the woman realizes what just happened and grabs the child in her arms, the child would start yelling and crying out loud all his tears. Among the general disappointment, the poor mum feeling totally under pressure as everyone would be staring at her in a look of dismay, she would eventually let the child wiggle out of her arms. Now, don't think I am sort of a psycho obsessed with what people do or don't do on the bus. In all this chaos, all I wanted to do was sitting there, reading a book. Circumstances has forced me to review my priorities. How was I supposed to survive among all this yelling and talking and mobile phones beeping - other than let them entertain me?


Thursday, 15 August 2013

Lettera a C.

Il senso sembra non esserci, dopo certi periodi ti senti semplicemente VUOTA. Senti un vuoto, un vuoto da voler colmare all'istante in un vortice di bulimia emotiva. E' un vuoto che spaventa e non c'è consolazione. Mi mancano altri occhi attraverso i quali conoscere le meraviglie dell'Universo. Mi mancano le voci, e le anime ancora di più. Nel fluire senza senso di questa quotidianità appannata, mi domando quale sia il senso, se non aspettare, con speranza e pazienza. Una sola delle due non sarebbe sufficiente. Aspetto che si sveli il mistero, e non so più se quello che vedo è reale, perché totalmente sconosciuto. Non saprò mai cos'è successo davvero, in quella bolla di universo così imperfetto eppure così completo e totalizzante. L'incertezza domina assoluta, sotto forma di nuvoloni grigi che opprimono il cielo di questa estate che sta finendo. Quanto è durata? Una vita intera fatta di piccolissimi infiniti. O forse solo un unico eterno istante. Tanti cieli sono passati, tante nuvole e tante scie di aerei in volo. Se dovessi racchiudere il tutto in un'immagine, sarebbe un naso all'insù che ammira le stelle e si stupisce della luce della notte. Forse se chiudo gli occhi ritrovo quella pace. Forse basta solo aspettare. E nessuna lingua sarà più sconosciuta, per le anime che sanno ritrovarsi lungo la strada. 

Monday, 10 June 2013

One

It's been one month already since I've moved to Dollis Hill. Everything now looks more familiar. The silence in the streets, the rows of semi-detached houses framed with green gardens and black gates, the small food stores in the corner. The first time I've stepped out from the tube station the sun was slightly going down in the late afternoon. My life was a complete tabula rasa. I was like a child who sees the world for the first time. Any small discover filled me up with joy, especially when it was about knocking on a stranger's door. In one month, day after day, I've started filling my life up with the new people I met. New eyes, new laughs, new stories. I've fallen asleep and woken up in a new house for the first time. I've seen the sun going behind the horizon from new windows and I've also seen the sun rising from a double-decker bus. I wouldn't change any single day of the last month. This is where my adventure has started. This is where I've decided to stand still for a while and see what life has to give me. Like a stone in the middle of the river, I stand still with eyes wide open as the water brings twigs and dead trees down to the valley.

The last month has flown away but with an intensity in feelings that is hard to explain. Some things would have taken an entire lifetime to happen somewhere else. I would have reached the same level of consciousness maybe in ten years if I had kept on leading the same life I was living before moving here.   My professor at LJC keeps on telling me that I write with too much passion, too many feelings. "You're from Italy, I know you like to do philosophy. But here, we're simple: describe what you see. And stop  your writing there." He's right, probably my writings go a lot round the houses before getting to the point, but this is how I see life and it costs me such an effort to cut the words down! I wonder what he might think if he read my blog. For sure I'm not the grind of the class, but I'm taking the most out of it, too. Maybe it won't be my way to become a travel writer, or maybe yes, nobody knows. But for today, I want to leave the future apart and just be grateful for all I've had until now. Starting from my dinner, which is in the oven right now.

Tuesday, 4 June 2013

Piccadilly never sleeps


It's been a while now since I last wrote on my blog. When Life grabs you on its carousel it's so hard to say no! This morning I woke up early, impatient to start a new day. Every sound in the house is new to me. Every color in the light of early morning is a new discovery. The light of the sun seeping through the curtains sweetly tells me it's time to leave the bed and start a brand new day. In the silence of the sleepy house, I carefully walk down the creaking stairs covered with an old-fashioned carpet. The kettle whistles as the water starts boiling, a robin readbreast tweets ''goodmorning'' from the top of the fence in the garden. I decide not to turn on the tv, I want to keep any moment of this new day imprinted in my mind as it is. The green grass out of the window reflects its color into the silent living-room. In ten minutes I am ready to leave. The street is quiet and desert as it was last night when I walked back home. The fresh morning breeze awakens my cheekbones on the way to the tube station. The Beatles plugged in my ears, my mind completely lost in faraway thoughts, the way to Green Park seems endless. There's a man sitting in front of me: he's reading a newspaper. His clock's tictac breaks the silence all around us, I can hear it even with earplugs. A woman standing besides me is reading a book, but she never turns the page. It feels as if the time has stopped, today that I've decided to live it from the very beginning.
Goodmorning London.

Piccadilly never sleeps. And I do feel the same right now. It's a constant beating of hearts and wheels, horns and voices. Tourists stroll down the sidewalks while Londoners try their best to hustle through the crowd. Coca-Cola screen is like a night-sun enlightening Cupid's fountain while high-heeled miniskirted girls cross the road to Leicester Square and Soho. Businessmen in suits and ties carry their briefcases pointing downwards and speaking intensely in their headphones, careless of the unique shades and colors of the buildings in the morning sun.

I don't sleep because Life has been shaking me quite a lot. I heard a clear call and I followed it and it brought me here, in this moment, neither earlier nor before. I stand exactly in the middle of my Freedom. Colors, sounds, people, music, trees, everything up to my senses feels amplified as I'm living all these feelings in the middle of my Freedom. This is the only way to catch the deepest meanings of Life. Night, day, sun, stars, they're the same as they've always been but they're not the same anymore as I seen them through new eyes. Time is even not the same anymore. Once you don't let bad thoughts bother your mind anymore, you start filling up days with plenty of things to do and write and read and talk about. Once you open your doors to Life, surprises are behind any corner and days pass by in the most natural and easy way. And all I can do is being thankful.